“La scuola non doveva essere lì!” ho pubblicato d’impulso alla tragica notizia dell’incidente.

Era la reazione di rabbia del Nonno di due Nipotini che frequentano quella scuola ma in classi che, per fortuna, non sono state ancora “smaltite” sotto quel capannone col tetto di legno.

Un baraccone assediato giorno e notte dal delirio di un traffico impazzito e adagiato sulla copertura di un torrente che anche lui ogni tanto impazzisce.

Si tratta di un gigantesco fabbricato di mezzo milione di metri cubi che intralcia e complica l’accesso al vasto comprensorio industriale spalmato sul fondovalle dell’Armea fino al confine con Ceriana e che sulle pendici collinari si spinge dal mare fino a Poggio.

Però alla rabbia adesso subentra la razionalità.

 

Come e in che modo.

 

I commenti al mio sfogo sono stati tanti e proseguono ma nessun politico interessato alle prossime elezioni è tra di loro.

Questo fatto mi consente di usare un linguaggio più semplice e leggero, meno tecnico, per rispondere a chi chiede “come” quella scuola ha potuto finire in quel posto sbagliato e “in che modo la politica ora dovrebbe intervenire.

Eletto sindaco nel 2014 Biancheri ha ereditato da Zoccarato il progetto di Piano Urbanistico Comunale (PUC) e sulla quota di edilizia scolastica di competenza dell’Ente Provincia di Imperia i suoi progettisti hanno spostato il “Polo Istruzione Superiore” da Pian di Poma dove il suo predecessore prevedeva un “Polo Scolastico-Sportivo” al deposito “Riviera Trasporti” di corso Cavallotti, però aggiungendo questa precisazione sulla situazione attuale (2015): “ad oggi è comunque in grado di soddisfare la domanda. La realizzazione di un nuovo polo scolastico nell’area RT di C.so Mazzini consentirà il soddisfacimento dello standard relativo ai nuovi insediamenti.”

 

Cioè diceva che la cosa non era urgente, “Campa cavallo

 

Invece la prospettiva futura ancora lontanissima Biancheri l’ha resa attuale in soli quattro anni perché, con l’arrière-pensée di demolire l’edificio della “Pascoli” di corso Cavallotti, ha coinvolto una massa di oltre 700 utenti e loro Famiglie tra gli alunni della scuola “primaria” di competenza dell’Ente Comune e gli studenti di quella “secondaria” che invece, come sappiamo, è di competenza dell’Ente Provincia.

Questo risultato è stato da lui ottenuto grazie a quattro anni di incuria, di assenza di manutenzione straordinaria e di abbandono nel quale è stato lasciato tra il 2014 e il 2018.

A onor del vero già nel 2013 i tecnici di Zoccarato nel fare il progetto del PUC avevano incaricato l’architetto Greppi di eliminare il vincolo (SU) sulla zona che ospita sia l’ex Tribunale e sia la “Pascoli”, quest’ultima struttura definita dalla Regione come “struttura urbana qualificata di particolare pregio paesistico-ambientale”.

Greppi, infatti, nella proposta di Variante n. 72 al Piano regionale paesistico aveva definito “eccessiva” questa definizione estesa al confinante ex-Tribunale, ne aveva illustrato le ragioni e aveva concluso che “appare più che motivato il passaggio di questi immobili da un inesistente ambito SU ad un corretto TU”.

Cioè (in parole povere) un passaggio dalla loro conservazione, mantenimento, risanamento, consolidamento e restauro alla loro demolizione e traslazione del volume che, riguardo alla scuola, per i tecnici di Zoccarato doveva andare a Pian di Poma e per quelli di Biancheri, che non hanno cambiato una virgola al testo di Greppi, doveva essere ricostruita nel deposito di “Riviera Trasporti” di corso Cavallotti.

 

Biancheri, invece, si è messo contro i suoi tecnici e ha stabilito di mandare la scuola in Valle Armea.

 

Questa sua decisione si è concretizzata in due procedimenti urbanistici, entrambi “formali, ufficiali, ordinari, ortodossi, legittimi e democratici” convergenti verso quell’unico obiettivo.

Due procedimenti che però sono stati paralizzati dalla Regione e che, come vedremo, hanno reso indispensabile creare il “fatto compiuto” ricorrendo alla Ordinanza 24 luglio 2019 di chiusura immediata della “Scuola Media G. Pascoli” perché l’edificio non garantiva più agli utenti i livelli minimi di sicurezza, Ordinanza contingibile e urgente che per definizione produce effetti “emergenziali, straordinari, autoritativi, eccezionali e derogatori”.

 

Il primo procedimento PARALIZZATO dalla Regione per portare la scuola in Valle Armea è quello della Variante n. 106 al PUC

 

Il progetto di PUC ereditato da Zoccarato è stato “adottato” da Biancheri nell’ottobre del 2015, pubblicato per 60 giorni tra novembre 2016 e gennaio 2017 ha ricevuto 164 Osservazioni tra le quali quella n. 106 di “Riviera Trasporti” che chiede il trasferimento del “Polo Istruzione Superiore” nel Mercato dei Fiori di Valle Armea.

Il 16 maggio 2017 il Consiglio comunale l’ha accolta, la Regione il 16 marzo 2018 ha detto che doveva essere ripubblicata perché i cittadini dovevano conoscere la novità sostanziale del cambiamento di sede del “Polo Scolastico” e su di esso poter dire la loro opinione ma il 9 ottobre 2018 il Consiglio ha rifiutato di ripubblicarla e la Regione il 30 aprile 2019 nell’approvare il PUC ha estromesso la novità del cambio di destinazione e ha lasciato il “Polo Istruzione Superiore” in corso Cavallotti.

Biancheri ricorrerà al TAR e poi al Consiglio di Stato ma perderà la causa.

 

Il secondo procedimento PARALIZZATO dalla Regione per mandare la scuola in Valle Armea è una Variante al Piano Regolatore Generale PRG ancora in vigore per 39 giorni.

 

Biancheri il 21 marzo 2019 con la nuova Giunta, dalla quale aveva estromesso i due pasdaran rossi Cassini e Faraldi, dopo la facciata presa con la variante n. 106 al PUC, ha preparato un nuovo trabocchetto “urbanistico” ricorrendo a un bidone surreale che ha dell’incredibile nel quale far cadere il “Polo Istruzione Superiore”.

Si tratta della variante al vecchio Piano Regolatore Generale del 1980 (PRG) ancora in vigore per 39 giorni utilizzato per deliberare in articulo mortis lo sfratto da corso Cavallotti.

Ha fatto finta che una società di diritto privato per il solo fatto di gestire in concessione temporanea un servizio provinciale fosse promossa a “Ente del settore pubblico regionale allargato” e avesse diritto di inserire nel “Programma delle valorizzazioni e alienazionidel Comune dove si trova un suo immobile non più necessario alle attività svolte e di vedersi approvare una variante di destinazione d’uso.

Ma anche se fosse stato giusto farlo la competenza non era dell’Ente Comune di Sanremo azionista al 15,4423 % ma l’Ente Provincia di Imperia sia perché la competenze dell’edilizia scolastica dell’a “Istruzione Superiore” è sua e non del Comune e sia perché, con l’84,4410 % delle azioni, è proprietaria maggioritaria dell’immobile.

Così il 18 ottobre 2018 “Riviera Trasporti” ha depositato un progetto di variante dell’architetto Luca Lanteri in Comune a firma del direttore Corrado e i lavori nella seduta consiliare del 21 marzo 2019 si sono svolti alla presenza del presidente Giordano con in canna il proiettile elettorale delle 300 famiglie dei dipendenti sull’orlo del licenziamento.

Con questa fiction approvata all’unanimità dal Consiglio comunale, compresi i consiglieri di minoranza Lombardi, Baggioli e Berrino, la variante al PRG di 10.500 metri cubi di supermercato e 7.500 metri cubi di residenza ha sostituito in corso Cavallotti il “Polo Istruzione Superiore” che è stato relegato nel capannone del Mercato dei Fiori senza neppure parlarne, che so? almeno con una frase di circostanza o con un cenno di commento dei presenti.

Però il 31 maggio 2019 a Genova si terrà la Conferenza dei Servizi referente e la Regione metterà a verbale che “a seguito dell’approvazione del Piano Urbanistico Comunale è venuta meno la necessità della Variante al Piano Regolatore Generale, dovendosi intendere la prefigurata modifica al P.U.C. in itinere oggi come variante al PUC nel frattempo divenuto definitivo”.

Con la sottolineatura che tutto questo comporta un incremento del carico insediativo del Piano e che pertanto il procedimento potrà avere ulteriore corso e concludersi solo dopo la sua sottoposizione a verifica di assoggettabilità a nuova Valutazione Ambientale strategica VAS e quando la Regione Liguria avrà assunto la relativa determinazione di competenza sotto il profilo ambientale, cui seguiranno le decisioni di ordine urbanistico.

Infine la Regione in quanto autorità competente ed il Comune in quanto autorità procedente hanno concordato circa “l’interpello in sede di Verifica dei seguenti soggetti competenti in materia ambientale: Soprintendenza, ARPAL, ASL, Rivieracqua, Autorità di Bacino e Provincia di Imperia”.

E inoltre il Comune ha dovuto dare atto che “nel rispetto delle disposizioni dell’art. 29 della LR 27/12/2011 n. 37, gli atti della variante, la deliberazione consiliare di adozione ed il presente verbale saranno depositati per 15 giorni presso la Segreteria comunale per la presentazione di eventuali Osservazioni e di ciò ne sarà dato preventivo avviso sul web e su almeno un quotidiano a diffusione regionale.”

 

Il fatto compiuto dell’Ordinanza sindacale contingibile e urgente.

 

Il 4 luglio 2019 dopo questi due fallimenti Biancheri, come dicevo, ha dovuto optare per il “fatto compiuto”.

Lo ha preparato con la nuova Giunta fresca di nomina dopo la vittoria elettorale di secondo mandato facendole approvare la delibera n. 42: “Progetto di fattibilità tecnico-economica per la realizzazione di nuovi locali scolastici presso il Mercato dei Fiori di Valle Armea-Piano primo ballatoio Istituti Superiori-Approvazione in linea tecnica”.

La motivazione è che un tecnico di Sant’Agata di Militello in provincia di Messina il 3 aprile 2018 è stato incaricato della verifica di “vulnerabilità sismica” della “Scuola Pascoli” e che lui vi ha eseguito “indagini e calcolazioni” all’esito delle quali, dopo 14 mesi, il 13 giugno 2019 ha consegnato una relazione dove si segnala “la necessità di procedere in maniera indubbia, indispensabile, indifferibile ed urgente ad interventi di rafforzamento, miglioramento e adeguamento sismico” e che è indispensabile durante le lavorazioni “svuotare” l’edificio di 324 alunni degli Istituti Superiori oltre a 339 delle medie.

I 324 alunni potranno essere sistemati nel primo piano ballatoio/ balconata del Mercato dei Fiori su una superficie di 3.694 metri quadrata in un numero di aule ancora da ricavare in grado di ospitare fino a 500 alunni sulla base del progetto di un geometra comunale valutato secondo il rapporto “costi” (€ 2.271.500,00) e “benefici” rispetto ad altre soluzioni di location alternative.

Per coprirsi le spalle la Giunta Biancheri non ha mancato di ricordare nelle premesse i due tentativi “all’esame della Regione” di supportare giuridicamente il cambio di destinazione d’uso e infine il 24 luglio 2019 arriverà a coprire la pentola il coperchio dell’

dell’Ordinanza contingibile e urgente.

 

Conclusione.

 

Ho cercato di rispondere ai commenti sul mio post nel modo più semplice possibile che spiega che non è sbagliato solo la location ma lo sono anche le sue fondamenta giuridiche, politiche e morali.

Primo: perché la scuola è lì non in forza e per decisione del “binomio Indirizzi-politici/atti di gestione” che l’Amministrazione Zoccarato voleva a Pian di Poma e l’Amministrazione Biancheri voleva nell’ettaro di corso Cavallotti, ma per la pressione di persone -singole o organizzate in sindacato o raggruppamento politico- coinvolte a vario titolo e responsabilità nella crisi di una azienda industriale.

Secondo: la manipolazione urbanistica indecente è occultata perché scatena la guerra tra due categorie sociali, i 300 lavoratori che rischiano il posto e le loro famiglie e i 500 studenti e le loro famiglie il cui rischio è ancora maggiore.

Terzo: rischio maggiore non solo per tragedie come quella alla base delle mie considerazioni ma perché i locali possono nasconderne molti altri. A ricordarmelo è l’incendio che ha distrutto il tetto di legno del capannone il 24 luglio 1987 per una scintilla della fiamma ossiacetilenica utilizzata da un operaio  o la bufera di vento che sette mesi dopo l’Ordinanza, il 10 febbraio 2020, ha provocato la rottura delle cupoline in plastica rigida disseminate sul tetto per permettere, in caso di incendio, che l’interno del Mercato possa essere innaffiato dall’alto e il fumo fuoriesca dall’interno della struttura, col risultato che il loro contenuto si è riversato nell’area delle palestre e ha provocato il collasso dei divisori tra spazi sportivi e spazi delle contrattazioni commerciali.

Quarto: copertura omertosa, plumbea e impenetrabile sull’agibilità dei locali pubblici in base alle norme di legge sulla edilizia scolastica, molto più severe e rigorose di quelle sui locali per pubblici spettacoli e per quelli sportivi.

 

Credo di aver spiegato perché ho definito scellerata e demenziale la decisione presa e mi sento esonerato dal dire “in che modo” la politica ora dovrebbe intervenire, ognuno lo capisce da solo non c’è bisogno che qualcuno glielo spieghi.